Non vi fidate di Ipazia Preveggenza Tecnologica

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Oreste Grani
view post Posted on 7/7/2012, 17:48 by: Oreste Grani




Sull’Espresso del 30 luglio del 1998 Eugenio Scalfari scrive: “A volte mi capita di pensare quanto sia effimera l’importanza che attribuiamo a certi fatti e l’intensità che certe passioni esercitano su di noi: nel volgere di pochi anni quelle stesse passioni ci diventano estranee e ci sembra quasi inverosimile che abbiano potuto possederci così interamente. Eppure la nostra vita è stata ed è in ogni suo momento tessuta sui fatti e sulle passioni che da essi si sviluppano: sono loro che ci tengono radicati in noi stessi, e il loro succedersi modella, nel bene e nel male, la nostra individualità anche quando le foglie del nostro albero della vita, un tempo verdi, si sono ingiallite e altre sono spuntate al loro posto sul tronco e sui rami. Ciò che tiene insieme le passioni di ieri ormai spente e quelle di oggi ancora vigorose e operanti è la memoria, e il modo con cui essa seleziona il passato e lo rapporta al nostro presente. Sicché le persone sono la loro memoria e nient’altro che essa.”

A proposito di memoria tanti anni fa per ghettizzare il pensiero politico di Randolfo Pacciardi e dei suoi intelligenti, lungimiranti collaboratori organizzati nell’Unione Democratica per la Nuova Repubblica, indegni avversari politici li definirono “gollisti” cercando così di alienargli le simpatie di molti sinceri democratici.
Tanti anni fa l’assolutista antidemocratico Charles De Gaulle, intervistato da Indro Montanelli, ebbe a dire che l’Italia non era un Paese povero ma un povero Paese. Alla luce di quanto è avvenuto e continua ad accadere come dargli torto? Come si dovrebbe definire un paese in cui un uomo politico, mentre era Presidente del Consiglio era sistematicamente esposto al ricatto di puttane e di ruffiani, circondato quotidianamente da starlette assetate di successo se non un povero Paese senza Intelligence e Forze di Sicurezza? Come si dovrebbe definire se non un povero Paese un Paese in cui il ministro Scajola ha affermato di non essere in grado di stabilire chi abbia pagato l’acquisto della sua casa al Colosseo?

Caro calunniatore (sconosciuto ancora per poco) la compagna della mia vita, per seguirmi nel sogno ipaziano, non si è fatta comprare una casa da generosi sconosciuti donatori ma, venduta la sua di casa al Colosseo, ha versato tutti i proventi di quell’atto legittimo nei conti della società che operava a sostegno del nostro disegno culturale per una Repubblica più giusta e più pulita.

Caro silente infangatore come definiresti un paese che affida all’esagitato Ignazio La Russa la difesa dei propri interessi geopolitici, se non un povero Paese?
Come definiresti un paese che ha nominato Franco Frattini, Ministro degli Esteri, personaggio politico che non ha trovato in tanti anni un paese amico che gli “raccontasse” gli avvenimenti un’ora prima ma sempre informandolo un’ora dopo gli accadimenti?

Mascalzone silente, vigliacco nell’ombra, come chiameresti un paese che ha affidato al secessionista Maroni le sorti della sicurezza dell’ordine pubblico di tutti noi?
Io l’ho chiamato e continuo a chiamarlo (pur amandolo) un povero Paese e basandomi su questa mia valutazione ho deciso, da anni, di farmi Stato, e, fino a quando non sei spuntato tu, fungo malefico, ad aggredirmi, c’ero riuscito.

Il 14/2/2012 stavo facendo qualcosa per la mia Patria e la mia gente.
Di questo risponderai quando deciderò che è l’ora di rivelare il tuo nome e il tuo ruolo di agente provocatore.
Per ora, ti ringrazio per avermi spinto a reagire e a raccontare il senso del mio impegno invece di continuare a servire tacendo.

Così, come più ci penso sono grato, come ho già avuto modo di dire, a Oliviero Bartoletti, Fabrizio Bartoletti e Alessandro Licata per il loro inutile tentativo di inibirmi il proseguo del disegno di legalità che con grande successo avevo cominciato a rendere pubblico durante il Convegno “Lo Stato Intelligente: i finanziamenti europei per l’innovazione e per la sicurezza” tenutosi il 23 marzo 2012 alla Camera dei Deputati nel centenario della nascita di Alan Mathison Turing, eroe dell’intelligenza automatica e di una nuova cultura dell’informazione e dell’intelligence.

Oggi è sotto gli occhi di tutte le donne e gli uomini onesti che la politica di controllo della spesa dello Stato e la moralizzazione delle modalità con cui i finanziamenti pubblici ed europei saranno distribuiti è una delle carte da giocare per la salvezza e la sicurezza del nostro Paese scegliendo un’equa distribuzione di questi fondi a favore della piccola e media impresa eccellente italiana, bypassando i “colossi” che hanno fino ad oggi drenato a favore della partitocrazia la maggior parte delle disponibilità.

In particolare in queste ore la sigla CONSIP e il suo ruolo di controllo cominciano ad essere noti ad un sempre maggiore numero di cittadini consapevoli.
Anche di questa divulgazione, con largo anticipo, mi ero fatto carico durante il convegno citato.

Avviso a tutti i piccoli sorci affamati di denaro pubblico: chiunque voi siate o sotto qualunque veste riteniate di essere riusciti ad avvicinarmi, mimetizzandovi per strumentalizzarmi, sappiate che non avendo avuto l’abilità di uccidermi, così come ho saputo fare i conti, al momento opportuno, con Bruno Giordano, il diabolico promotore di DataBase e di 41 società affiliate (arrestato); con Pio Piccini, il tessitore della trama che da Omega spa arriva fino a Eutelia e alla devastazione di migliaia di vite di onesti lavoratori (arrestato); con Cristiano Costanzo, tecnico ingaggiato dalla Giunta del comune di Parma (liquidato e crollato sotto le macerie del malaffare) farò i conti, grazie alla magistratura e alle leggi repubblicane, anche con voi.

Giordano, Piccini (quale?), Costanzo sono accumunati dal loro aver pensato cosa facile tradire il disegno di Ipazia dopo averne invocato l’aiuto ed utilizzato le risorse intellettuali e finanziarie.

La lista di coloro che, sopravvalutandosi e sottovalutandomi, hanno pensato di potermi usare come un taxi è lunga perché il mio agire assomiglia a quello di uno scultore vagabondo “che passeggia per il mondo e raccoglie un filo qui, una latta là, un pezzo di legno più in là, e li unisce nel modo consentito dalle loro strutture e circostanze, senza altro motivo se non che è lui che può unirli”. [Leibniz]

Diceva sempre Eugenio Scalfari quel 30 luglio del 1998: “… la memoria seleziona i fatti e il loro ricordo, e così agisce sulla personalità come la ruota dell’arrotino affila la lama di forbici e coltelli.”

Difficile essere nemici di Ipazia Alessandrina.

Oreste Grani
 
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36 replies since 14/2/2012, 11:44   14938 views
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